Nell’Osservatorio di monitoraggio dei flussi di pensionamento dell’Inps sono stati pubblicati i dati più recenti relativi alle pensioni decorrenti nel 2021 e nel 2022. Il monitoraggio si riferisce ai trattamenti liquidati fino al 2 gennaio 2023, al netto delle domande ancora in giacenza.
Sul piano regolatorio, i requisiti di età per la vecchiaia e l’anzianità contributiva per la pensione anticipata sono rimasti invariati tra il 2021 e il 2022. Come noto, l’età di accesso alla pensione di vecchiaia è di 67 anni per ambo i sessi, nel lavoro subordinato e autonomo. Invece, l’anzianità contributiva per la pensione anticipata è fissata, a prescindere dall’età, a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini. La disciplina è tuttavia arricchita da molteplici possibilità di “uscita anticipata”, come Opzione donna e Quota 102.
Dati alla mano, ad eccezione degli assegni sociali (+5%), nel 2022 tutte le gestioni hanno visto diminuire il numero delle liquidazioni, in media inferiori del 9% rispetto al 2021. Cala anche il rapporto tra le pensioni di invalidità e le pensioni di vecchiata, che si attesta al 22%. Inoltre, le pensioni anticipate rispetto alle pensioni di vecchiaia che nel 2021 arrivavano al 41% in più per il totale delle gestioni, nel 2022 si attestano al 23% in più rispetto a quelle di vecchiaia.
A livello territoriale, le pensioni liquidate nel Nord Italia continuano ad avere un peso percentuale consistente (48% nel 2021 contro il 49% nel 2022). Aumenta, infine, l’uso dell’Opzione donna: nel 2022, le pensioni liquidate per questa opzione sono aumentate del 15% rispetto al 2021, raggiungendo la quota di 24mila pensioni liquidate.