Ad oggi, i lavoratori assicurati presso l’Inps hanno diritto alla pensione anticipata a prescindere dall’età anagrafica e senza penalità alcuna al raggiungimento di un requisito contributivo pari a 42 anni e 10 mesi ( un anno in meno per le donne).
Dal prossimo anno, se non ci saranno interventi in materia, i requisiti saliranno di altri cinque mesi. I nuovi requisiti saranno validi per un biennio, sino al 31 dicembre 2020; dal 1° gennaio 2021 subiranno un ulteriore incremento di un mese.
Dal prossimo anno occorrerà dunque lavorare cinque mesi in più. L’aumento interesserà anche il requisito contributivo ridotto per i lavoratori precoci che da 41 anni passerà a 41 anni e 5 mesi.
E’ stata stabilita la dispensa nei confronti dei lavoratori dipendenti addetti alle attività gravose. Il beneficio della dispensa sarà concesso a condizione che tali attività risultino svolte per almeno sette anni negli ultimi dieci prima del pensionamento unitamente ad un requisito contributivo minimo di 30 anni. E’ richiesta anche l’ulteriore condizione di non risultare titolari dell’ape sociale al momento del pensionamento.
Queste categorie di lavoratori avranno uno sconto di cinque mesi sull’età pensionabile dal 2019. Hanno conseguito l’esonero dal prossimo adeguamento anche i lavoratori addetti alle mansioni usuranti e notturni di cui al Dlgs 67/2011 con riferimento sia ai requisiti per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata. Per ottenere l’esonero tali soggetti dovranno aver svolto l’attività usurante o notturna per almeno sette anni negli ultimi dieci antecedenti il pensionamento o, in alternativa, per almeno metà della vita lavorativa fermo restando un requisito contributivo minimo di 30 anni. Si rammenta che gli usuranti e notturni hanno già ottenuto sino al 2026 la sospensione dell’adeguamento dei requisiti di pensionamento agevolato.
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