In occasione della Giornata internazionale dell’8 marzo, la Consulenza statistico attuariale dell’Inail ha pubblicato il c.d. “Dossier donne 2024”, un volume sul fenomeno infortunistico e tecnopatico che riguarda le lavoratrici.
Ad emergere è l’immagine di una donna condizionata dal triplice ruolo di moglie-madre-lavoratrice, per la quale le difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro possono rappresentare una fonte di rischio. Lo dimostrano i dati sugli infortuni in itinere, nel tragitto di andata e ritorno dal luogo di lavoro, che, nonostante il ridimensionamento dovuto al ricorso allo smart working nel triennio 2020-2022, in termini relativi restano sempre più elevati per le donne rispetto agli uomini. Elevato è il divario per le denunce con esito mortale: l’incidenza tra le lavoratrici nel 2022 è di circa un decesso su due, con 64 casi su 133, mentre per gli uomini il rapporto scende a poco meno di uno su quattro, con 272 decessi su 1.114.
Nonostante i dati ancora provvisori, tra gennaio e dicembre 2023 si registra, rispetto allo stesso periodo del 2022, una netta riduzione delle denunce di infortunio in complesso (-16,1%), dovuta alla diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro (-19,2%) e alla ripresa di quelli in itinere (+4,7%). Il contributo maggiore è stato quello delle lavoratrici, che hanno segnato un -27,6%, mentre la riduzione della quota maschile è stata dell’8,1%. Tuttavia, è da evidenziare che questi dati sono la conseguenza del significativo calo registrato nel 2023 dei contagi da Covid-19, che, dall’inizio della pandemia, hanno riguardato soprattutto le donne.
Cresce inoltre la preoccupazione per le violenze sul lavoro. Le lavoratrici vittime di violenze da parte di pazienti o loro familiari nelle strutture sanitarie, o di studenti nelle scuole, fino ai casi di rapine in banca o negli uffici postali, rappresentano, nel 2022, il 2,6% di tutti gli infortuni femminili riconosciuti dall’Inail in occasione di lavoro. Tra queste, oltre il 44% svolge professioni sanitarie e assistenziali.
Gli infortuni si concentrano tra le lavoratrici over 50. Circa il 15% di tutti gli infortuni al femminile del 2022 ha riguardato le lavoratrici con un’età compresa tra i 50 e i 54 anni. Inoltre, dei 133 casi mortali femminili avvenuti nello stesso anno, oltre un quinto, con 27 casi, riguarda la classe di età 50-54 anni.
Tra le lavoratrici, le malattie professionali più diffuse sono quelle del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo. Nel 2022 le lavoratrici hanno denunciato 15.881 malattie professionali, 1.003 casi in più, pari al 6,7%, rispetto all’anno precedente. Le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo si confermano le più diffuse e, insieme a quelle del sistema nervoso, superano il 92% delle denunce femminili.
Registrata una forte diffusione di disturbi psichici nella quota femminile. Si distinguono per consistenza della quota femminile, sul totale delle denunce nella stessa patologia, i disturbi psichici e comportamentali con il 52%. In particolare, nel 2022, i disturbi psichici sono stati denunciati in misura simile da entrambi i sessi, con 195 casi per le donne e 183 per gli uomini, ma per le lavoratrici la percentuale sul totale delle loro malattie è dell’1,2%, il triplo di quella dei lavoratori, pari allo 0,4%. A prevalere sono i disturbi nevrotici, legati a stress lavoro-correlato, che rappresentano l’81% dei disturbi psichici per le donne e il 73% per gli uomini, seguiti dai disturbi dell’umore, rispettivamente pari al 13% e al 23%.
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