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Dati Inail: gli infortuni nell’industria alimentare italiana

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By patronato2

Il nuovo numero del periodico statistico Dati Inail è dedicato all’andamento infortunistico e tecnopatico relativo al 2021 nell’industria alimentare italiana, settore leader in Europa per numero di imprese operanti e al terzo posto, dopo Germania e Francia, per fatturato.

Nel 2021, il settore ha registrato poco più di 11mila denunce di infortunio e 33 decessi sul lavoro. Le attività più colpite sono quelle della lavorazione delle carni (3.249 casi denunciati), della produzione di prodotti da forno (2.749) e dell’industria lattiero-casearia (2.121), che insieme collezionano il 73% degli infortuni e 19 decessi.

Le professioni più coinvolte sono quelle dei panettieri e pasticceri (17% delle denunce), macellai e pesciaioli (14%), operai addetti a macchine confezionatrici di prodotti industriali (11%) e commessi, personale addetto all’imballaggio e al magazzino, facchini e addetti allo spostamento di merci, con circa il 10% complessivamente.

Nel complesso, gli infortunati con più di 60 anni nel periodo compreso tra il 2018 e il 2021 hanno avuto un andamento infortunistico sempre crescente.

Persistono inoltre rilevanti differenze di genere in alcuni settori. Se gli infortunati sono prevalentemente uomini (due su tre), la componente femminile ha registrato un elevato numero di denunce nella produzione di prodotti da forno e nell’industria lattiero-casearia. Le lavoratrici infortunate, inoltre, sono generalmente più anziane rispetto agli uomini.

Più di nove casi mortali su 10 hanno riguardato il genere maschile, con oltre la metà dei deceduti di età superiore ai 49 anni. Oltre il 30% dei casi mortali avvenuti in occasione di lavoro è stato causato da caduta dall’alto o da inciampamento/scivolamento.

I lavoratori del settore sono esposti a diverse tipologie di rischio di malattia professionale, derivanti dall’utilizzo di macchine, dall’esposizione ad agenti chimici, biologici e fisici, dalla movimentazione manuale dei carichi e da movimenti ripetitivi.

Nel quinquennio 2017-2021 le denunce di patologie lavoro-correlate in questo settore sono aumentate del 12,7%, in controtendenza rispetto alla diminuzione dell’1,0% registrata nel complesso della gestione Industria e servizi.

La fascia di età più colpita è quella dai 55 ai 59 anni e quasi il 90% dei casi è concentrato nelle età centrali della vita lavorativa, con quote molto marginali per gli under 40 e gli over 65. Tra le patologie riscontrate, quasi il 73% sono malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, in particolare dorsopatie e disturbi dei tessuti molli, seguite dalle patologie del sistema nervoso (20,9%), dalle malattie dell’orecchio (2,6%) e dalle malattie del sistema respiratorio (2,2%).

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