Il nuovo numero del periodico Dati Inail ha approfondito l’andamento infortunistico e tecnopatico dei lavoratori stranieri, spesso impiegati in lavori irregolari e particolarmente esposti al rischio di sfruttamento lavorativo.
Rispetto alla tipologia di impiego, il 42,4% degli uomini è occupato nell’industria e nelle costruzioni, mentre il 38,2% delle donne nei servizi domestici e di cura. Più in generale, il 63,8% degli stranieri è impiegato in professioni non qualificate o operaie, contro il 31,7% degli italiani. Inoltre, un terzo degli stranieri ha un titolo di studio più alto rispetto al lavoro svolto.
Nel 2021, le denunce di infortunio sono in aumento del 3,1% rispetto al 2020, in controtendenza rispetto al calo complessivo dell’1,4%. I casi mortali denunciati complessivamente nel 2021 sono stati 1.400, in aumento del 18,5% sul 2017. L’incremento ha riguardato sia i lavoratori italiani (+201 casi, da 988 a 1.189) sia gli stranieri (+18, da 193 a 211). Tuttavia, rispetto al 2020 i decessi denunciati sono in calo.
Oltre la metà delle denunce (53%) riguarda i lavoratori delle attività manifatturiere, della sanità, del trasporto e magazzinaggio e delle costruzioni, mentre le professioni più coinvolte sono quelle dei facchini, dei conduttori di mezzi pesanti, dei muratori in pietra e mattoni, del personale addetto all’imballaggio e al magazzino e dei manovali nell’edilizia civile. Tra le donne straniere, quasi la metà delle infortunate (47%) sono impiegate nell’ambito sanitario, nell’assistenza personale, nei servizi di pulizia ed esercizi commerciali e come collaboratrici domestiche. Le comunità più colpite sono quelle rumena, albanese e marocchina, con il 36% delle denunce del 2021.
Per quanto riguarda le malattie professionali, quelle denunciate dai lavoratori stranieri sono in aumento del 31,6%. Si tratta in prevalenza di uomini (due terzi) e di lavoratori extra UE (69%). Tra i settori di attività economica, il 37,3% dei casi dei lavoratori stranieri si concentra nel settore manifatturiero, soprattutto alimentare e della fabbricazione dei prodotti in metallo, e il 23,6% nelle costruzioni. La maggior parte delle denunce (77,7%) ha riguardato le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, che insieme a quelle del sistema nervoso e dell’orecchio raggiungono complessivamente il 95,1% del totale.